Palazzo della Loggia Noale INAUGURAZIONE ORE 16.30
Siete tutt* invitat*
alla vernice della mostra della nostra amica Socia Gianna Giacomin, oggi pomeriggio alle 16.30 presso le sale al primo piano del Palazzo della Loggia di Noale.
Gianna sarà lieta, assieme al nostro Presidente Gianni Favaro e vice presidente Rino Vincenzo Franzin, di presentare le opere che hanno caratterizzato la sua vita artistica. Come potete immaginare dal titolo, la nostra amica presenterà le sue più significative opere pittoriche affiancandole per la prima volta alle sue splendide incisioni.
Io e Gianni avremo l'onore di commentare e illustrare i suoi lavori.
Di seguito si vedono alcune immagini pittoriche delle opere in mostra.
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Primavera |
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Le stagioni del cuore |
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Donne in cammino |
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Eclissi |
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Venezia |
Siete tutt* invitat* a presenziare
PRESENTAZIONE MOSTRA DI GIANNA GIACOMIN
DAL COLORE AL SEGNO
1 MARZO 2025
PALAZZO DELLA LOGGIA - NOALE
ORE 16,30
Gianna Giacomin è nata a Preone, un piccolo paese della Carnia che guarda dal lato ovest la piana del Tagliamento. La sua famiglia però lascia quelle terre quando lei è ancora piccola per venire in provincia di Venezia.
L’interesse per l’arte e per la poesia è sempre stato dentro la
sua personalità.
Solo in età adulta però ha potuto coltivare queste passioni. Comincia infatti a praticare con una certa costanza solo appena gli impegni familiari glielo consentono, seguendo quindi il suo percorso artistico che l’ha portata ad oggi in questa bella mostra.
Comincia frequentando l'Associazione Nuova Arte Grafica di
Mestre e seguendo i corsi di disegno e pittura di figura, acquisisce insegnamenti e approfondimenti
sulla storia dell'arte.
La sua ricerca artistica la porta ad usare vari materiali, olio, acrilico, smalto e uso delle varie possibilità materiche.
Dal 2008 fa parte del Centro Calcografico 3C di Mestre sotto
la guida dei Maestri Gianni Favaro e Alberto Benvenuti, avendo modo quindi di
approfondire la ricerca sull'arte calcografica quali: acquaforte, acquatinta,
ceramolle e altre tecniche incisorie.
Gianna, oltre a dipingere e incidere, come abbiamo detto, ama scrivere poesie, riuscendo così a completarsi come artista e come poeta.
Grazie a questa sublime forma d'arte, appunto la poesia, molte
delle sue emozioni si trasformano in versi e come possiamo vedere oggi, anche
poi in mervigliose composizioni pittoriche.
Io ho il compito di guidarvi all’interpretazione di alcune opere eseguite nella sua prima parte di vita artistica ovvero la fase pittorica informale, ma la sua pittura ha spaziato anche e soprattutto sulla figura e nei paesaggi, che per motivi di spazio non sono presenti in sala.
Oggi potrete ammirare in particolare in grande maggioranza le
sue incisioni, ma la presenza alcuni quadri astratti relativi agli anni 80/90
sono stati ritenuti importanti per delineare la figura artistica dell’autrice.
Leggere la pittura di Gianna Giacomin, almeno per queste opere informali, non è come leggere un libro, leggere un racconto o una poesia.
Diventa dunque un'esperienza impegnativa, affascinante e stimolante, che al tempo stesso, richiede un approccio diverso rispetto all'arte figurativa, oggi presente invece in tutte le centinaia di lastre incise.
Oltre che aver consultato l’artista, mi permetto di darvi alcuni suggerimenti a cui io mi sono affidato, per comprendere e apprezzare in particolare i quadri presenti oggi.
Per capire e apprezzarne i pregi, la composizione e lo stile, bisogna dimenticarsi di cercare figure riconoscibili o storie narrative, tranne che per il quadro “Donne in cammino” che è esso stesso un manifesto facilmente decodificabile.
I titoli stessi delle opere, inoltre, ci possono fornire indizi utili sulle intenzioni dell'artista o sul significato che voleva trasmettere, ma bisogna ricordarsi che la pittura astratta è un linguaggio visivo che si esprime attraverso forme, colori e linee e a volte sfugge anche all’intenzione dell’artista l’emozione e la sensazione che lo sguardo stesso provoca al visitatore.
L'arte astratta di Gianna si concentra su forme, colori, linee e texture, in alcuni casi si avvicina alla rappresentazione della realtà̀, almeno certamente questo è nelle sue intenzioni.
Consiglio quindi di concentrarsi sugli elementi visivi, la composizione, lo stile e l’armonia cromatica del colore e contemplare il quadro, a prescindere da quello che può rappresentare.
Il segreto contemplativo è sempre personale e nella suggestione vengono coinvolte diverse aree cerebrali, in particolare la corteccia visiva, situata nella parte posteriore del cervello, che analizza le forme e i colori.
La corteccia prefrontale cerca di dare un senso al quadro, mettendo in relazione le informazioni visive con le proprie esperienze e conoscenze acquisite.
Il nostro sistema limbico, inoltre, si attiva in risposta ai colori e alle forme generando emozioni e sensazioni piacevoli di curiosità o a volte anche di disagio.
Ogni persona però reagisce in maniera diversa di fronte ad un quadro e la contemplazione di un quadro astratto diventa un’esperienza complessa e coinvolgente.
Il colore, la sua tessitura, le sue trame diventano la voce e il fraseggio di uno spartito che invece delle note ha i colori, che la nostra artista abilmente mescola, accosta, armonizza e distribuisce con pennellate intense e decise.
E’ importante osservarne l’uso e l’interazione tra loro, l’accostamento e l’idea attuativa di fondo, e scoprire che quasi sempre creano contrasto e armonia, suscitando emozioni anche contrastanti.
Il contenuto dell’opera di Gianna Giacomin non viene dunque dato dalla forma artistica in se e per se, bensì dall’interpretazione di una sua idea che ha come obiettivo raggiungere più stati d’animo e più sensibilità.
Osservando i quadri di Giacomin si può notare quello che normalmente avviene quasi sempre per tutti e cioè quello che i nostri occhi vedono, ovvero, sempre, ciò che appare.
Naturalmente come abbiamo detto l’effetto è sempre soggettivo.
Per questo gioca molto lo spirito e la sensibilità che ognuno
ha rispetto alle proprie suggestioni.
Un’altra cosa importante da osservare nei quadri di Gianna presenti in mostra, sia la parte pittorica che quella incisoria, è la composizione.
La composizione nella maggior parte delle opere è equilibrata e dinamica e allo stesso tempo lascia sempre il giusto spazio alle emozioni di chi le osserva.
Non esiste un modo giusto o sbagliato di interpretare un'opera, l’'importante è lasciarsi coinvolgere dall'esperienza e godersi il viaggio.
Le opere che Gianna ha portato qui, oggi alla Loggia, sono opere scelte tra tante altre eseguite a compendio della sua prima vita artistica e pittorica: una vita che rappresenta il suo lungo percorso di formazione che ha influito e contribuito a farla diventare quello che è oggi, ma che non le ha impedito di realizzarsi come artista e fare di conseguenza delle scelte di campo, scegliendo per ultimo di abbracciare l’incisione e la grafica.
Con l’incisione, come avete modo di vedere, lei chiude con questa fase astratta e soprattutto pittorica, per immergersi con l’incisione, nel figurativo in modo preponderante.
Per questo vi invito ad ammirare le opere di Gianna, una “donna in cammino” che ci invita a riflettere sulla vita, la natura e su quello che ci coinvolge come esseri umani.
Vincenzo Rino Franzin
Alcune sue poesie
IL MIO FIORE
Il mio cuore è un fiore
ha molti petali forti e rigogliosi.
Segno i passi della vita e vado sola,
umanità tra altra umanità.
Giorno dopo giorno osservo il mio fiore,
lui
è sempre lì come una stella che mi guida
SIRENE
Talvolta, nella nebbia sento il
canto delle sirene.
Una, cento, mille distrazioni.
Il mio cuore rimane muto e solo.
Non sente nessun canto.
QUEL GIORNO
Ho messo ad asciugare i miei occhi
stanchi erano di piangere.
Ho percorso strade infinite
cercando di te.
Ho speso parole di fuoco
in assenza di te.
Ora non guardo più il mio andare.
Il mio corpo è la mia stanza dove
rinchiudermi.
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