


Alcune note sul artisita Guerrino Bonaldo scomparso nel 2018
Biografia di Guerrino Bonaldo, incisore veneto
Guerrino Bonaldo (1941-2018) è stato uno dei più eminenti incisori veneti del secondo Novecento, celebre per la sua maestria nell'acquaforte e per aver catturato con un segno essenziale e poetico paesaggi e nature morte. Nato il 5 gennaio 1941 a Zero Branco, una frazione di Treviso, in Veneto, Bonaldo visse e lavorò per tutta la vita nella sua terra natale, immerso nel contesto rurale e naturale che ispirò gran parte della sua produzione artistica. La sua opera si distingue per una visione lirica e intima, influenzata dalla tradizione incisoria europea, in particolare dal segno libero e luminoso di Rembrandt, che seppe reinterpretare con una sensibilità moderna e personale.
Formazione e inizio carriera
Bonaldo si formò all'Accademia di Belle Arti di Venezia, dove studiò sotto la guida di Mario Dinon, un incisore trevigiano ingiustamente dimenticato oggi, ma fondamentale per la sua crescita artistica. Dinon lo introdusse ai segreti dell'incisione, instillandogli un approccio che enfatizzava la "poeticità della lastra": per Bonaldo, l'incisione non era mera tecnica, ma un atto di profonda partecipazione sentimentale tra l'artista e il soggetto rappresentato. Iniziò a incidere nel 1960, prediligendo la tecnica dell'acquaforte, che gli permise di esplorare con esilissimo segno e grande delicatezza i temi del paesaggio veneto e della natura morta. Il suo corpus calcografico conta oltre 400 incisioni, un'imponente produzione che lo pose tra i maestri dell'acquaforte italiana contemporanea.
Stile e temi artistici
Le opere di Bonaldo sono caratterizzate da un'essenzialità quasi calligrafica, dove il segno si fa strumento di evocazione poetica, catturando l'anima segreta dei soggetti: campi ventosi del Veneto, still life di oggetti quotidiani illuminati da una luce diffusa, paesaggi che respirano un'intimità rembrandtiana ma radicata nel territorio trevigiano. Come osservò un critico nel 2018, Bonaldo era "il poeta dell'incisione", capace di infondere nelle sue lastre una "aderenza tra il creatore e ogni sua fibra, anche la più intima". La sua arte, esposta in mostre come quella di Asolo (che censì incisori trevigiani del '900) e Ferrara, ha lasciato un'eredità di raffinatezza e profondità, spesso celebrata in cataloghi e pubblicazioni specializzate.
Morte e eredità
Bonaldo scomparve nel luglio 2018, all'età di 77 anni, lasciando un vuoto nel panorama dell'incisione veneta. La notizia della sua morte, riportata dalla stampa locale, suscitò un coro di apprezzamenti postumi, con appelli affinché Treviso gli dedicasse una mostra antologica immediata per onorarne l'opera. Oggi, le sue incisioni sono conservate in raccolte private e pubbliche, e studi come "Bonaldo" (Roma, 1993) o "Invenit et Sculpsit" (Firenze, 2000) ne analizzano il contributo alla storia dell'arte grafica italiana. Per approfondire, si consiglia la visita al sito dedicato alla sua opera o l'acquisizione di cataloghi editi.
Esempi di incisioni di Guerrino Bonaldo
Guerrino Bonaldo, maestro dell'acquaforte, ha prodotto oltre 400 opere, prevalentemente paesaggi veneti e nature morte, caratterizzate da un segno delicato e poetico. Ecco alcuni esempi rappresentativi della sua produzione, tratti da cataloghi e mostre come "Intorno al Sile" e antologiche postume
Un classico esempio è una natura morta che raffigura un insieme di zucche, physalis e altri elementi vegetali sparsi su una superficie, con un'illuminazione soffusa che enfatizza le texture e le ombre, tipica della sua attenzione ai dettagli naturali.
Un'altra opera simile mostra una composizione di zucche e ortaggi disposti in modo casuale, evocando la quotidianità rurale del Veneto, con tratti fini che ricordano influenze rembrandtiane reinterpretate in chiave moderna.
Nei paesaggi, come questo con case e alberi spogli in un ambiente nebbioso, Bonaldo cattura l'essenza del territorio trevigiano, con linee eteree che suggeriscono movimento e atmosfera.
Un'incisione verticale raffigura un grappolo di castagne o nocciole appeso, con un focus sul dettaglio organico e un gradiente di toni che crea profondità.
Infine, un paesaggio orizzontale con campi e case in lontananza, dove il segno minimale evoca serenità e vastità, comune nelle sue opere dedicate al fiume Sile e dintorni.
Queste incisioni esemplificano il suo stile essenziale, spesso esposte in mostre come quella a Villa Guidini nel 2024. Per vedere originali, consulta repertori come il Repertorio Digitale dell'Incisione Italiana Contemporanea di Bagnacavallo o l'Archivio Sartori Mantova
Un grande grazie a Susanna Bonaldo
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