mercoledì 1 giugno 2011

ALBERTO BENVENUTI - L'arte e la grafica d'autore



Un giorno un'amico chiese al maestro Alberto Benvenuti cosa ne pensasse dell’arte, sul foglio di carta... la sua risposta è nelle parole che seguono.
     " E' molto difficile spiegare agli altri oltre che a me stesso cosa sia l'arte per me, perché ciò significa cercare di analizzare una parte del mio essere talmente profonda, talmente intima e irrazionale, da essere avvolta in una specie di pudore, di infantile imbarazzo".      
                                                                                                     il maestro al lavoro nel suo studio

    L'arte è una sorta di vitale, magico istinto, è dimenticarsi di mangiare, è alzarsi dal letto di notte per concretizzare una sensazione, un'idea, un'intuizione sul foglio di carta. L'arte è contatto fisico con il materiale che si adopera, è la violenza con cui si aggredisce il foglio, per averne risposta, per vedere se stessi, per riconoscersi.
     E' fatica, studio, sacrificio, libertà, gioia, stupore, nostalgia, dolce tenerezza nel ricordare come è avvenuto, ai tempi della mia giovinezza, il primo contatto con essa: nella mia terra (Taranto), con  la mia donna, immerso nella natura (ndr. il mio primo quadro ad olio - 1953 al Galeso). I primi goffi tentativi di realizzare quello che il cuore, la mente, il corpo mi suggerivano. L'ansia di fare, la smania addirittura, di creare, di sentirmi vivo esprimendo me stesso. E ancora: la crescita, lo studio, Venezia e le sue seduzioni, l'irresistibile contagio della città ricca di storia, del bello ovunque, la razionalità insieme alla follia.                                                         

                                                                                              alcuni materiali della calcografia
    L'arte è perdere la nozione del tempo e dello spazio, è smarrirsi, è estraniarsi e vivere in una dimensione diversa, fantastica e tutto con incredibile chiarezza. E' avere la possibilità di comunicare, è contraddizione, gioia e passione. E' Vivere !!! Cos'è per noi la vita: è un'eterna continua follia sempre alla ricerca di ....qualcosa da realizzare, un sogno, un dolore, una gioia,.......... mah ! alla fine siamo considerati dei pazzi..... ma innocui anche perché, per realizzare un'acquaforte (una, dico         bene!),  occorrono anche due/tre mesi di lavoro !               



Alberto Benvenuti nato a Taranto ha iniziato l’attività artistica da autodidatta. In seguito al suo trasferimento a Venezia per lavoro, ha continuato i suoi interessi artistici frequentando l’Accademia delle BB.AA. Si è diplomato al Liceo Artistico di Venezia specializzandosi, presso il Centro Internazionale della Grafica di quella città , in tutte le arti grafiche.



Ha partecipato con merito a molte collettive d’arte in Italia e all’estero e ha avuto recensioni sulle sue partecipazioni, in riviste e giornali nazionali, esteri e locali.
Documentazione della sua attività è reperibile presso l’Archivio Storico della Biennale di Venezia; ’Kunsthistorische Institut di Firenze; nel Repertorio degli Incisori Italiani del Gabinetto delle Stampe Antiche e Moderne di Bagnacavallo (Ra); presso la “Raccolta Sartori” di Mantova e presso la “Raccolta Bertarelli” di Milano.
E’ co-fondatore dell’Atelier Aperto del Centro Internazionale della Grafica di Venezia e Fondatore del Circolo Culturale Calcografico -3C- di Mestre Venezia.



LA GRAFICA 
(tratto da - Leggere un quadro - di Giulio Gasparotti )
La grafica è il complesso di tecniche che comportano l'esecuzione di multipli attraverso un disegno riprodotto su un supporto di materiale ferroso, di legno, linoleum, cartone e materiale di plastica dura.

Le più importanti tecniche di riproduzione sono: la calcografia, la litografia e la serigrafia. 
  l'inchiostratura su piastra riscaldata
 

La calcografia, più propriamente detta I'acquaforte, è la prima, più antica e utilizzata delle tecniche indirette in cavo, in cui, è l'acido (la morsura ), e non l'azione dell' incisore, a scavare un solco sulla matrice
(di zinco, rame, ottone, ecc.).

La tecnica era nota a Leonardo già nel 1504, ma si deve a Daniel Hopfer (1470-1536) la sua prima applicazione nel tentativo di incidere una matrice piana per la stampa in cavo. Albrecht Durer (1471-1528) è il testimone più noto di questo interessante mezzo espressivo, molro vicino a quello dell' intaglio a bulino e soprattutto alla xilografia.
In Italia è Marcantonio Raimondi (1482-1534) il primo ad applicarsi all' acquaforte. Contemporaneamente si accostano a quest'arte il Parmigianino (Francesco Mazzola 1503-1540).

Si deve a Harmenszoon Van Rijn Rembrandt (1606-1669) l'intuizione e l'utilizzo di tutte le possibilità grafiche dell' acquaforte, del bulino e della puntasecca, sia separatamente che unite tra loro.

In Europa eccelle anche il francese Jacques Callot (1592-1616) che riesce a cogliere i molteplici aspetti del reale, delle diversità di morsure.
Adotta, forse per la prima volta, una vernice molto resistente, a base di mastice, cera vergine e ambra per la copertura delle lastre.

Nel Settecento si potenzia l'uso dell' acquaforte come tecnica riproduttiva attraverso l'utilizzo di sempre più sofisticate attrezzature che agevolano I'incisore.

In Italia, a Venezia, troviamo un grande sviluppo dell' acquaforte con la tecnica dell' acquatinta, della "maniera
a lapis" (ceramolle). 

     Il posizionamento della carta
Numerosi sono gli artisti che si dedicano, nel tempo, a questa tecnica: i maggiori si possono individuare in Luca Carlevarijs (1663-1730), Marco Ricci (1676-1730), Antonio Canal detto il Canaletto (1697- 1768), Giovan B. Tiepolo (1693-1770), G.B. Piranesi (1720-1778) e, all'estero, F. Goya (1746-1828) e via via ai E. Manet, E. Degas, C. Pissarro, E. Delacroix, in Inghilterra a W. Turner e J. Abbot Mc Neill Whistler.In Italia principalmente con Umberto Boccioni, Benvenuto Disertori, Carlo Carrà ecc. ecc.
In tempi recenti è giusto ricordare, tra gli altri, Tono Zancanaro (1906-1985) P. Manaresi (1908-1991), Giuseppe Guerreschi (1929-1985), Lino Bianchi Barriviera (1906- 1985), Giovanni Barbisan (1914-1988) e Giorgio Morandi (1890- 1964).
Altri modi di espressione artistica, in combinazione con l'acquaforte o anche singolarmente, sono da menzionare la "maniera nera" o mezzotinto", "maniera al sale", "maniera allo zucchero", "maniera pittorica", "puntasecca" ecc.                                                 Copia ottenuta dopo il passaggio al torchio

L'acquaforte o comunemente indicata solo come "incisione", normalmente viene stampata in un solo colore per apprezzare meglio tutte le variazione di segni e sfumatura. 
Tuttavia è accettata e apprezzata anche con le tecniche più contemporanee utilizzando inchiostri calcografici colorati (tricromie, quadricromie, "a la poupee", ecc.).

La litografia: si presume inventata alla fine del Settecento, è entrata nell'uso corrente mediante l'utilizzo di una speciale pietra calcare a e, ultimamente mediante lastre di alluminio preventivamente trattate (varie graniture) che assomigliano molto alle introvabili pietre summenzionate. A questa tecnica si sono rivolti molti dei precedenti artisti operanti in calcografia. 
La serigrafia: non si tratta, come le precedenti tecniche di stampa attraverso "incisioni" della matrice, ma soltanto di una stampa damatnce "in piano".

Le origini sembrano essere collocabili già da secoli in Cina.
Questo modo riproduttivo si ottiene con la "filtrazione" di uno o più colori attraverso uno schermo o setaccio (telaio con particolare copertura di tessuto filtrante di nylon, seta, resistenti ed elastici) sucarta, sera o tessuto particolarmente assorbente (cotone).

Molti artisti si avvalgono di queste e altre tecniche, dette impropriamente “tecniche sperimentali” (utilizzando materiali vari come il cartone, plexiglass, ecc) della gipsografia  (tavolette di gesso o terracotte) mettendo, in primo piano il pregio della manualità per la realizzazone dell’opera d’arte, rifuggendo la riproduzione mediante riporto fotografico (fotoincisione e fotolitografia) o meccanico (offset).

(tratto da LEGGERE UN QUADRO di Giulio Gasparotti - edizioni   "  La Fornace "  - Mestre)